Area archeologica e naturalistica da Tutelare in zona Romanina - Roma VII
(di Daniele Bianchino)


Cole Thomas, 1843 - La campagna romana, l’antico acquedotto e il vulcano Albano, custode di storie infinite e del nostro minuto vagare..

Da discarica ad Oasi: Lipu di Ostia, un esempio vissuto e sperato per La Romanina

Prima di introdurre l'area della Romanina volevo raccontare un evento vissuto per me necessario. Circa 20 anni fa e fino alla fine dell'adolescenza, All' incirca fra il 1989 e il 2002, ero con la mia famiglia all'idroscalo di Ostia, una zona ne turistica e certamente non ricca, isolata tra il mare e la foce del Tevere. Fra amici, semplici passatempi e spiaggia, andavo spesso in una discarica a cielo aperto, a 200 metri dal mare. A circa 300 metri vi era la solitaria Torre di San Michele, di Michelangelo. Mi piaceva stare solo e malgrado l'immondizia, i mobili, le auto abbandonate ed i materassi sparsi per me era un Oasi; Dopo il periodo delle piogge infatti, in particolare in Primavera e sul finire dell'Estate, si formavano vari laghetti e l'area si popolava di rane, girini, uccelli e animali vari, che io cercavo assiduamente. Gia da piccolo ero un ricercatore. Fra l'immondizia e le sterpaglie c'era una sorta di piccolo monumento, abbandonato. Si diceva fosse "la tomba di Pasolini". Non sapevo ancora chi fosse Pasolini, e mi chiedevo perche' una tomba dovesse stare in un Luogo cosi' abbandonato dal mondo. Spesso ci pascolavano attorno delle pecore o dei grossi maiali da cui fuggivo, perche' si diceva che i maiali mangiassero le persone. Tuttavia una minaccia incombeva sull'area: La costruzione del Porto Turistico di Ostia. All'inizio del 2000 erano iniziati i Lavori di scavo e non potei piu' accedervi. A volte guardavo in quella direzione, dal terrazzo dei miei nonni, e fra le ruspe vedevo degli aironi che volteggiavano. Pensavo che quello che per me era un luogo solitario e unico sarebbe diventato rapidamente un "bosco" di alberghi costieri. Le spiagge d'infanzia erano gia' state cancellate. Di li a poco ci trasferimmo e lasciai quei luoghi con questo triste pensiero. Oggi quel sito e' divenuto Oasi Lipu del litorale Romano, e ne vado fiero, per quanto questo non sia accaduto per mio volere. Sorprendentemente, quegli scavi che pensavo stessero distruggendo la mia Oasi, erano in realta' scavi per futuri laghetti ancora piu profondi, e grazie a quel progetto oggi quest'area conta flora e fauna persino piu' numerosa di quella che c'era in origine. Sono presenti mammiferi, rettili e oltre 200 specie di uccelli, alcune rare o mai viste prima nella regione. Anche la tomba di Pasolini ha riacquisito il suo valore. A volte la mano dell'uomo Non distrugge; Questa e' la dimostrazione che con un progetto ben pensato puo' stravolgere un luogo lasciato abbandonato ed aumentarne la ricchezza e la biodiversita', strappandolo al degrado e trasformandolo in un Oasi appunto:

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I Terrene Archeologici e Naturali della Romanina

Ora c'e' un altro luogo a me caro che rischia di essere distrutto. Vivo nel quartiere Romanina, VII municipio. Fino a 20 anni fa era ancora un quartiere disseminato di orti, vigneti e uliveti, ma negli ultimi anni e' drasticamente cambiato. Dove c'erano vigneti ed orti ora ci sono nuove palazzine, e i giardini privati ancora presenti risentono di un pesante abbattimento di alberi incontrollato e senza permessi. IL quartiere e' adiacente ad un area di quasi cento (100) ettari, un vasto territorio verde con sfondo il Vulcano Laziale (Colli Albani). L'area verde, che confina con il vicino quartiere di Ponte Linari, viene chiamata "terreni dell' Italcable", e prende il nome da una struttura ancora presente costruita come centrale di Italoradio negli anni'20, distrutta dai bombardamenti durante la II guerra Mondiale, ricostruita grazie al piano Marshall e ristrutturata di recente col nome "Officine Marconi". L'area contiene anche un patrimonio archeologico degno di nota: i resti di una Villa e di una necropoli di eta' Imperiale, impianti agricoli, idraulici e canalizzazioni di eta' Repubblicana, due antichi percorsi di viabilita' romana ed una necropoli Protostorica. La bella torre medievale dei Ss.Quattro, nel quartiere di Ponte Linari, delimita il confine dell'area. Da piccoli oltrepassavamo la rete che faceva da termine al quartiere Romanina, e ci inoltravamo nella vasta area, fra greggi di pecore, "montarozzi", tanta erba e spighe altissime. All'orizzonte solo i Monti Albani e Prenestini. Agli inizi del 2000 un quarto di quest'area e' stata cancellata per costruire il nuovo quartiere Romanina2. La restante vasta parte era condannata ad un colossale progetto di cementificazione, "La centralita' Metropolitana Romanina", che vedeva il prolungarsi della metro, nuovi centri commerciali, vari palazzi da 8 piani e tre torri da 64 metri. Fortunatamente ad oggi questo progetto non e' mai iniziato. I canaloni di scavo per i sondaggi archeologici effettuati nei primi del 2000 (prima dell'inizio del progetto) sono ormai divenuti laghetti in cui d'inverno svernano molte specie di uccelli, cosi' come in estate. Alcuni di questi "laghetti" sono estesi per 50-100 metri. Fra piante di malva, cardi, ginestre e papaveri sono presenti anche rettili e anfibi come il biacco e il rospo smeraldino. Nel quartiere della Romanina si avvistano spesso ricci e Volpi e soprattutto le volpi negli ultimi anni sembrano aumentate; Camminano per le vie in cerca di cibo e spesso sono state investite nel tentare di attraversare la via Tuscolana. Questi animali arrivano proprio dalla vasta area dei terreni dell' Italcable, dove pascolano anche alcune greggi di pecore. La presenza di residua fauna selvatica e' pertanto attiva, nonostante molte delle aree una volta rurali siano state via via pesantemente antropizzate. La Romanina conserva in parte piccole aree ed elementi di quella che era un tempo, ma non riesce ad imporsi alle situazioni abusive che la circondano; E' ormai una di quelle periferie soffocata dai nuovi progetti di costruzione, dove la contemporanea, indiscriminata, espansione edilizia fagocita soldi e campagne verdi. Tuttavia e' proprio in quartieri come questo che prende importanza il verde Periurbano, cioe' quell'area verde necessaria a mantenere intatta una zona di biodiversita' e che eviti la saldatura tra gli insediamenti urbani di Roma e i comuni della Provincia. So bene che ci sono molti problemi di necessita' maggiore in citta', ma La vasta Area verde dei terreni dell'Italcable della Romanina deve essere protetta dalle Istituzioni, e non lasciata all'azione oltraggiosa dell'uomo. I terreni delle Officine Marconi assieme ai terreni di Camporomano e Casal Morena-Anagnina formano una lingua di oltre 3km di campagna incolta che mai vorremmo trasformata in 3km di nuovi quartieri. Io sicuramente non posso fare niente affinche' qualcuno prenda in carico o valuti la proposta di trasformare i terreni rimasti in una nuova area protetta, come accaduto alla fine degli anni 90 con l'oasi di Ostia. Probabilmente il sindaco di Roma Virginia Raggi, gli Assessori dell'Ambiente, la presidenza del VII municipio, il Dipartimento aree verdi e decoro urbano, il gruppo Scarpellini e il Comitato di quartiere la Romanina possono avere voce in capitolo e rendere, anche solo in parte, reale questo progetto. Sarebbe una vittoria poco descrivibile in parole. Pensate che l'Area in questione, circa 90-100 ettari, contiene per 5 volte L'Oasi Lipu di Ostia (21 ettari) e per quasi 6 volte il Bioparco di Roma (17 ettari). Non sono un architetto, probabilmente Sono un visionario ma vedrei La vasta Area sede di una riserva naturale grande circa 3 volte l'Oasi Lipu di Ostia, o almeno due riserve della stessa dimensione, nella quale i siti archeologici sopra citati sarebbero salvaguardati e valorizzati. L'area e' cosi vasta che potrebbe contenere (oltre le aree naturali e archeologiche) piste ciclabili, centri sportivi e ricreativi (piscine, campi sportivi, laghetti sportivi, golf, equitazione) e centri dedicati all'agricoltura, all'allevamento e agli orti cittadini. Sarebbero necessarie inoltre una o piu' aree museali dedicate ai siti archeologici in Loco e all'eventuale centro habitat Lipu. Le strutture gia' presenti di Italcable-Officine Marconi potrebbero essere giĆ  idonee a questo scopo. Qualora un simile progetto sia irrealizzabile basterebbe che l'area sia riqualificata ad area verde pubblica, da passeggiata, corsa e ciclabile oppure dedita all'agricoltura e all'allevamento. Non facciamo sparire questo grande lembo dell'ormai rara Campagna Romana, tanto caro agli archeologi ANNA LAURA ANZIDEI (1946-2017) e STEFANO MUSCO (1953-2019) che hanno consacrato la loro Vita con Spirito e intensa Passione alla salvaguardia e alla tutela delle emergenze archeologiche del suburbio della citta' di Roma


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Origine Geologica dell'area della Romanina

L' Area della Romanina e' stata interessata dai materiali vulcanici, di ricaduta e da flusso piroclastico, del Vulcano Laziale (Colli Albani o popolarmente detti Castelli Romani). L'apparato vulcanico, ancora quiescente, e' ben visibile da tutta la zona sud-est di Roma e in particolare dai terreni dell' Italcable. Movimenti sismici dovuti a questo apparato sono spesso risentiti nell'area. Le prime eruzioni vulcaniche (608-351'000 anni fa), estremamente distruttive, ricoprirono gran parte dell'area in questione e gran parte di Roma, con spessori di materiale vulcanico di 30-80 metri (lapilli, pozzolane, scorie laviche). La seconda fase vulcanica (309-241'000 anni fa) avvenne dal monte delle Faete (cratere dei Campi d'Annibale), di cui fanno parto il Monte Iano e Monte Cavo. E' stata meno potente della prima ma comunque intesa, con eruzioni sub-pliniane, colate laviche e materiale di ricaduta. Vari centri eruttivi con attivita' stromboliana si formarono in questa fase (Colonna, Monte Porzio, Rocca Priora, Monte Compatri, monti di Tuscolo). Le colate laviche piu' vicine sono quelle di Vermicino e Villa Senni, rispettivamente a 2,5 e 3km dalla Romanina, mentre la piu' vasta colata, quella di Capo di Bove, corre lungo l'Appia antica dentro Roma, fino al mausoleo di Cecilia Metella. Di questo periodo fanno parte anche le eruzioni di Pantano Secco e Prataporci, che sono i crateri piu' vicini all'area di Romanina e Tor Vergata (4km). Contemporanemente i vulcani di Bracciano e Sacrofano plasmavano la parte settentrionale di Roma. L'ultima fase vulcanica dei Colli Albani (204-36'000 anni fa) vide il formarsi dei crateri di Valle Marciana, Ariccia, Nemi e Albano con conseguenti eruzioni altamente esplosive. In particolare il cratere di Albano ebbe la fase piu' duratura e piu' recente, fra a 69'000 e 36'000 anni fa. Le ultime esplosioni freato-magmatiche da Albano avvennero fra 23'000 e 5'100 anni fa, con colate di Lahar che coinvolsero la piana di Ciampino, Capannelle e in parte l'area di Romanina e Torre Spaccata. Queste devastanti colate di fango e materiale vulcanico si riversarono con violenza nella campagna romana tanto da alterarne il paesaggio, con spessore fra 15 e 6 mt (successione del Tavolato). L'ultimo di questi episodi accadde presumibilmente in epoca Repubblicana, nel IV secolo a.C (398 a.C).

"Nel 398 A.C., Al tempo in cui i Romani assediavano i Veienti (nei giorni in cui stava sorgendo la stella Sirio), nella stagione in cui i laghi si abbassano, cosi' come tutti i fiumi ad eccezione del Nilo, in un epoca in cui non si erano avute piogge, tormente o altre cause percepibili agli esseri umani, il lago Albano, situato sui Monti Albani laddove si trovava la citta' madre di Roma, ebbe una tale improvvisa crescita delle acque da inondare una vastissima porzione della regione circostante, distrusse molte case e fattorie e incise la montagna riversando un grande e violento fiume nelle pianure sottostanti".
Dion.Hal, Antiquitates Romanae, XII, 10-12

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L'Area della tenuta Italcable (Romanina) con sfondo l'intera struttura del Vulcano Laziale (Colli Albani).

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" Qui su l'arida schiena del Monte, Dove nient'altro cresce ne' albero ne' fiore, i Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata Ginestra, Contenta dei deserti.
Or ti ritrovo in questo suolo, di tristi Luoghi dal mondo abbandonati, E d'afflitte fortune sempre compagna.
E tu, lenta ginestra, Che di selve odorate Queste campagne spogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza Soccomberai, Che stendera' l'avaro lembo Sulle tue dolci foreste.
E piegherai Sotto il fascio mortale senza resistenza Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno Codardamente supplicando
innanzi al futuro oppressore.."
G.Leopardi, 1836


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